Colesterolo: la giusta alimentazione per chi ha il colesterolo alto
Il colesterolo, termine che deriva dal greco chole (bile) e steros (solido), è una molecola lipidica (grasso) steroidea che svolge un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento umano e di tutti gli animali: regola la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari, è coinvolto nel processo di digestione grazie alla formazione della bile, partecipa alla produzione della vitamina D ed è il precursore di alcuni importanti ormoni (gli ormoni steroidei, come il cortisolo e il testosterone, il progesterone e gli estrogeni).
Il colesterolo è, quindi, indispensabile per l'organismo, tant'è vero che esso ne produce autonomamente la maggior parte, circa il 70-90% e solo il restante 10-30% viene introdotto con l’alimentazione.
Sempre più spesso si sente parlare di colesterolo buono e cattivo, in realtà questa definizione è una semplificazione. Il colesterolo è uno solo ma, dato che è una molecola di grasso, non è idrosolubile e quindi, per poter circolare nel sangue che è costituito in gran parte di acqua, deve essere incapsulato in lipoproteine.
Le lipoproteine sono di vario tipo, hanno finalità diverse e vengono metabolizzate ed eliminate in maniere differenti. Tra queste, in particolare spiccano le:
- LDL (Low Density Lipoproteins) che hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti
- HDL (Highf Density Lipoproteins) che hanno la funzione opposta, ossia devono riportare il colesterolo dai tessuti al fegato
Le lipoproteine LDL possono essere pericolose poiché tendono a depositare il colesterolo sulle pareti delle arterie, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche, perciò vengono anche chiamate “colesterolo cattivo”.
Mentre le HDL, avendo il compito di rimuovere il colesterolo, contrastano la formazione delle placche e sono chiamate “colesterolo buono”.
Risulta evidente, quindi, che non è tanto importante il livello di colesterolo totale nel sangue, ma il rapporto fra colesterolo totale e HDL, definito anche come Indice di Rischio Cardiovascolare, che deve essere inferiore a 4,5 nelle donne e a 5 negli uomini.
Molti ritengono che vi sia un legame molto stretto fra dieta e colesterolo, ma questa affermazione è corretta solo se con il termine “dieta” s’intende la sua accezione più ampia di “stile di vita”. L’alimentazione, infatti, può incidere sui valori totali di colesterolo solo fino al 10-30%, dato che il resto viene prodotto autonomamente dall'organismo. I livelli di colesterolo non sembrano tanto essere condizionati dalla quantità di grassi assunti con l’alimentazione ma dalla loro qualità.
Ad esempio i grassi saturi (come quello miristico, laurico e palmitico) e i grassi trans stimolano fortemente la produzione di LDL.
Per evitare l’ipercolesterolemia bisogna quindi seguire una dieta sana e bilanciata, che limiti il contenuto di grassi, in particolare quelli saturi e di origine animale, ma soprattutto combattere l’obesità, eliminare il fumo e l’abuso di alcolici e praticare una regolare attività fisica.